Anatomia dell'ascidio


Le Nepenthes come le altre specie carnivore, sono piante che vivono in ambienti decisamente ostili per qualsiasi vegetale.
I terreni in cui si sviluppano, sono infatti poveri di sostanze nutritive e soprattutto carenti di azoto, un elemento che come è risaputo, è basilare per la crescita e lo sviluppo dei vegetali.
Per questa ragione, le Nepenthes nella loro lunga evoluzione, hanno con il tempo minimizzato lo sviluppo radicale demandando alle radici unicamente il compito di ancoraggio al terreno e di provvedere l’apporto idrico.
Di contro, si sono ingegniate nell’attuare strategie per attirare e catturare insetti e piccoli roditori dai quali, grazie a complessi processi digestivi, poter ricavare tutte quelle sostanze utili per la loro crescita. Nel corso dei millenni, queste piante hanno modificato la struttura delle loro foglie, trasformandole in quelle che oggi sono le trappole: gli ascidi.
La forma, le dimensioni ed i colori degli ascidi, variano a secondo della specie, ma in linea di massima è possibile riconoscere in un ascidio adulto ogni singola parte anatomica che lo compongono.
Partendo dal punto di attacco dell'ascidio al viticcio e risalendo fino alla bocca della trappola, troviamo le "ali", due strutture parallele simili a piccole criniere.
Queste ali frangiate hanno presumibilmente ll compito di aiutare gli insetti privi di ali a risalire la parete dell'ascidio fino all'imboccatura della trappola, proprio come se percorressero delle piccole scale. Questa tesi è avvallata dal fatto che gli ascidi che crescono nella parte alta della pianta, presentano ali molto più ridotte o addirittura inesistenti, proprio per il fatto che le trappole sono sospese e non sono a contatto con il terreno, infatti questi ascidi privi di ali sono predisposti per catturare prevalentemente insetti alati che non hanno bisogno di nessun aiuto per giungere alla bocca dell'ascidio.
Risalendo lungo le ali, troviamo quello che in botanica prende il nome di "peristoma”, un anello di tessuto che circonda l'ingresso del tubo digerente vero e proprio.
L'alta bagnabilità del peristoma è dovuta a diversi fattori come ad esempio il grado di rugosità della sua superficie e la presenza di nettare igroscopico. La maggior parte delle Nepenthes, presentano un peristoma ben sviluppato, spesso costellato di ghiandole che secernono nettare per attirare le prede.
Osservando attentamente il peristoma, è possibile notare un struttura di nervature più o meno accennate simili a piccole dentellature che facilitano la cattura delle prede.
Questa nervatura è ben marcata ad esempio nella Nepenthes hamata, un particolare che caratterizza questa specie.
Al di sopra del peristoma si trova l’opercolo, una sottile struttura simile ad un piccolo ombrello la cui funzione principale è quella di proteggere il più possibile il liquido digestivo che ristagna sul fondo dell’ascidio in caso di pioggia. Un espediente della pianta per evitare infatti che l’acqua piovana possa in qualche modo diluire il liquido digestivo prodotto dalla pianta stessa diminuendone quindi la potenzialità digestiva.
In alcuni casi, l’opercolo viene utilizzato dagli insetti come una vera e propria piattaforma d’atterraggio sulla quale poter planare dopo essere stati attirati dal profumo e dalle sostanze zuccherine emesse dalla pianta. Altra funzione dell’opercolo è quella di produrre sostanze zuccherine grazie a numerose ghiandole nettarifere sparse sulla sua superficie inferiore.
Alcune specie di Nepenthes, presentano alla base dell’opercolo, una piccola struttura rigonfia chiamata “cresta ghiandolare” la cui funzione è quella di produrre ulteriori sostanze zuccherine e profumate.
Lo “sperone” è invece una piccola protuberanza filiforme presente nella parte posteriore dell'opercolo.
In termini di sviluppo fogliare, possiamo dire che lo sperone altro non è che l’apice della foglia stessa, la cui funzione però non è attualmente nota.
Nella parte più esterna dell’opercolo, alcune specie producono una sorta di appendice filiforme la cui funzione come per lo sperone non è attualmente nota.
Nella Nepenthes bicalcarata è presente una parte anatomica che la rende unica nel suo genere, presenta infatti due spine affilate poste sotto all’opercolo che negli esemplari più grandi possono raggiungere anche la lunghezza di 3 cm.
All’interno di queste spine si trovano le ghiandole più grandi di tutto il regno vegetale in grado di produrre nettare.