La morfologia




La pianta carnivora Genlisea presenta una morfologia tanto delicata quanto sorprendente, frutto di un’evoluzione spinta ai limiti dell’adattamento vegetale.
Apparentemente semplice nella sua parte aerea, nasconde nel sottosuolo un ingegnoso sistema di trappole che la distingue in modo netto da ogni altra pianta carnivora conosciuta.
L’intera architettura vegetale di Genlisea si organizza a partire da una rosetta basale, priva di un vero fusto.
Da questo punto centrale si dipartono sia le foglie fotosintetiche che gli organi ipogei modificati.
La pianta è acaule, ossia senza un fusto evidente, e tutte le sue strutture si sviluppano direttamente dal rizoma o dal colletto radicale.
Le sue dimensioni variano ampiamente a seconda della specie, con individui minuscoli che formano rosette di appena pochi millimetri, fino a esemplari più grandi che possono sviluppare trappole lunghe oltre 20 cm. e fusti fiorali alti fino a 30 cm.
Una delle caratteristiche più notevoli di Genlisea è l’assenza di un vero e proprio apparato radicale.
Le radici, nel senso classico del termine, sono completamente sostituite da strutture specializzate chiamate rizofilli... le trappole.
Sopra il livello del suolo invece, le foglie verdi fotosintetiche assumono forme diverse in base alla specie e all’habitat.
Possono essere lineari, spatolate, oblanceolate o suborbicolari.
Spesso sono disposte in modo raso-terra, appiattite sul terreno, oppure leggermente erette.
Il loro aspetto è tenero, quasi membranoso, di colore verde chiaro o giallastro, raramente con pigmentazioni rossastre.
In ambienti molto luminosi o soggetti a siccità temporanea, la pianta può ridurre la produzione di foglie fotosintetiche, concentrando le sue energie nella parte sotterranea.