Il ciclo di vita




La vita media di una Dionaea muscipula varia dai due ai tre anni, poi la pianta muore, ma dalle gemme basali prendono vita un numero considerevole di nuove plantule caratterizzate dal possedere lo stesso patrimonio genetico della pianta madre.
Per questo motivo, pur vivendo pochi anni, la pianta sembrerà possedere una longevità perenne.
Come per altre piante, anche il ciclo di vita della Dionaea muscipula è contrassegnata da alcuni momenti basilari.
Germina dai semi sparsi sul terreno, si riproduce e si sviluppa terminando la sua esistenza in una sorta di senescenza che l'accompagna fino alla morte.
Il suo ciclo di vita è quindi scandito da fasi ben definite, influenzate dalle stagioni (temperatura, luce, acqua ecc), mentre le sue risposte agli agenti esterni sono coordinate dai fitormoni, un composto organico naturale prodotto dalla pianta stessa che ne influenza i processi di crescita e di sviluppo.
Il ciclo stagionale si basa su due fasi che si alternano durante tutta la sua vita, fasi che vengono rispettivamente chiamate "riposo invernale" e "fase vegetativa".
Con l'arrivo dell'autunno le temperature si fanno più fresche mentre il fotoperiodo diminuisce, caratteristiche climatiche che preparano e predispongono la Dionaea muscipula al meritato riposo invernale, una fase del suo ciclo di vita molto importante ed essenziale.
Affinchè possa vivere a lungo sana e rigogliosa, deve infatti sottoporsi a questo periodo di dormienza che normalmente varia dai tre ai cinque mesi, lasso di tempo che coincide con i mesi più freddi dell'anno.
Durante il riposo invernale, la pianta si "ricarica" di tutte quelle energie che le serviranno per affrontare in piena forma la primavera successiva evitando così stati di deperimento che nel corso degli anni la porterebbero ad un indebolimento progressivo fino alla morte.
I primi sintomi dell'imminente fase di riposo, sono la posizione che assumono le foglie, queste tendono ad adagiarsi sul terreno in modo da assimilare quel poco di calore che la stagione autunnale riesce a darle.
Progressivamente le foglie e le trappole più vecchie, muoiono assumendo una colorazione nerastra, mentre dal centro della rosetta, la pianta produce nuove foglie piccole e compatte, un piccolo stratagemma per consentirle un minimo di fotosintesi clorofilliana.
Quando le temperature scendono al di sotto dei 5°-6°, la pianta entra completamente a riposo.
L'apparato radicale riduce al minimo indispensabile l'approvvigionamento di acqua alla pianta che cade in una sorta di profondo letargo, mentre questa rallenta il suo ritmo di crescita fino quasi a fermarlo.
Durante questo periodo la sua parte estetica assume toni decisamente "macabri"; foglie secche, annerite e diradate, posso indurre a chi ignora il suo riposo invernale al peggio e che la pianta possa essere morta.
La Dionaea muscipula è comunque una pianta robusta e coriacea tanto da resiste tranquillamente alle grandi nevicate, riuscendo a sopravvivere pur se ricoperta dalla coltre di neve per intere settimane.
Anche le rigide temperature invernali sembrano non impensierire la pianta nel caso in cui queste siano intervallate da periodi più miti.
Seri problemi insorgono invece quando le temperature si mantengono costantemente sotto lo 0° per più di tre o quattro giorni conseguti.
In questo caso il terriccio umido che avvolge l'apparato radicale si trasforma in un blocco di ghiaccio che impedisce alle radici di trasportare acqua verso il rizoma.
Il risultato è devastante, la pianta entra in uno stato di "astinenza idrica" che può portarla facilmente alla morte.
In coltivazione per ovviare a questa complicazione, è possibile immergere vaso e pianta in acqua tiepida o spostare il tutto per qualche ora in un luogo più caldo in modo da allentare la morsa del ghiaccio attorno alle radici.
In alcuni località, la coltivazione della Dionaea muscipula risulta al quanto problematica, quando le temperature invernali sono miti e non consentono quindi alla pianta un corretto riposo.
In considerazione del fatto che in questo periodo la pianta non necessita di molta acqua e luce, tra le varie soluzioni adottabili per indurre artificialmente la pianta al riposo, vi è quella di posizionarla in luoghi più freschi come ad esempio cantine o garage.
La soluzione più bizzarra e comunque quella da ritenersi come ultima spiaggia, consiste nel far svernare la pianta in un comune frigorifero adottando semplicissimi accorgimenti.
Si toglie la pianta dal vaso, immergendo l'apparato radicale in acqua in modo da rimuovere ogni residuo di terriccio.
Per evitare l'insorgere di muffe o funghi, la pianta deve essere accuratamente ripulita da tutte le parti secche e morte, trattandola poi con un buon fungicida.
Il passo successivo, consiste nell'avvolgere la pianta in un tovagliolo di carta leggermente umido, meglio sarebbe utilizzare dello sfagno vivo.
Avvolta la pianta, la si inserisce in un sacchetto di plastica con la chiusura cercando di far uscire quanta aria possibile, per scongiurare anche in questo caso la possibilità di formazione di muffe o funghi.
Il sacchetto sigillato può quindi essere sistemato in frigorifero in una zona non particolarmente freddo, il cassetto delle verdure è un'ottima sistemazione.
Adottando questo sistema, si dovrà controllare periodicamente la pianta per assicurarsi che tutto proceda per il meglio e che non vi sia pericolo di marciume.
Indipendentemente dalla tecnica utilizzata, per rendere meno traumatico il brusco cambiamento climatico e consigliabile abituare la pianta progressivamente alle nuove "condizioni climatiche", l'improvviso cambiamento di fotoperiodo e di temperatura potrebbe in realtà uccidere la tua pianta.
Con l'arrivo delle prime giornate primaverili, le temperature assumono valori decisamente meno rigidi rispetto a quelli dell'inverno appena trascorso, mentre le giornate si allungano aumentando il fotoperiodo.
E' questo il momento per la pianta di risvegliarsi dal lungo riposo e riprendere il suo progressivo sviluppo grazie alle energie accumulate durante il riposo invernale.
Inizia qui la seconda fase che caratterizza il ciclo di vita di questa carnivora, la "fase vegetativa"; un periodo dell'anno sicuramente meno problematico rispetto al precedente.
L'apparato radicale produce nuovi apici radicali ripristinando così il normale approvvigionamento di acqua a favore della pianta che abbozza le prime nuove foglie annuali.
La primavera è caratterizzata da differenze di temperatura tra il giorno e la notte particolarmente marcate, tanto che lo sbalzo termico induce la pianta a produrre una quantità maggiore di antocianine uno tra i più importanti pigmenti presenti nei vegetali, dando come risultato un'accentuata colorazione rossa nella parte interna della trappola.
Le prime giornate estive, segnano il massimo sviluppo della pianta, periodo che coincide con la sua fioritura e con la formazione di quelle che vengono chiamate "foglie estive".
Queste particolari foglie hanno come caratteristica quella di puntare erette verso il cielo, uno stratagemma della pianta per dissipare l'opprimente calore delle giornate estive.
Con il finire dell'estate e l'arrivo delle prime giornate autunnali, la Dionaea muscipula termina la fase vegetativa preparandosi ad un inverno freddo e rigido durante il quale l'aspetta un nuovo e meritato periodo di riposo.