La cascata tripartita è una soluzione scenografica e funzionale che riproduce, in scala ridotta, il comportamento naturale dell’acqua in ambiente tropicale. È composta da tre sezioni distinte: A un tratto in cui l’acqua scorre dolcemente lungo la parete, creando un effetto di umidità diffusa. B un salto centrale, dove l’acqua forma una vera e propria cascata. C un tratto di raccolta e deflusso, in cui l’acqua si riversa nel torrente o bacino alla base.
Questa struttura permette di ricreare un micro-ambiente equilibrato, con livelli di umidità, movimento d’aria e suoni naturali simili a quelli di un habitat tropicale. Oltre all’effetto estetico e naturale, la cascata tripartita contribuisce a: 1 Mantenere costante l’umidità interna, fondamentale per piante tropicali, anfibi e rettili. 2 Favorire la circolazione dell’aria e la termoregolazione del microclima. 3 Stimolare il comportamento naturale degli animali, offrendo punti d’acqua e micro-habitat. 4 Aumentare l’ossigenazione dell’acqua nel bacino o torrente inferiore. Una cascata di questo tipo non è solo quindi un elemento decorativo: è un componente tecnico-ecologico che rende il terrario un ecosistema più stabile, realistico e sano. Ecco un dettagliato progetto per realizzare una cascata di questo tipo. Primo tratto: acqua che scende aderente alla parete verticale. Secondo tratto: piccola “terrazza” da cui l’acqua salta via dalla parete e cade a qualche cm di distanza, formando una cascatella. A valle ? l’acqua confluisce in un piccolo corso d’acqua che si getto poi in un laghetto. Primo tratto: Creare la parete verticale. Modelliamo con schiuma espansa o lastre di poliuretano la prima parte della cascata, colorandola e ricoprendola sui lati con piccoli sassi che fungono da roccia. lLa superficie dove l’acqua deve aderire deve essere liscia e leggermente concava (non ruvida), così il flusso resta attaccato per effetto della tensione superficiale. Trucco: inclina la parete di 5–10° all’indietro (cioè verso la parete del terrario), questo favorisce l’adesione del film d’acqua. Facciamo terminare il tubo della pompa nella parte alta della parete, lasciando uscire l’acqua in modo che si distribuisca a ventaglio. Possiamo creare una piccola vaschetta o scanalatura (1–2 cm di profondità) alla sommità da cui l’acqua trabocca lentamente sulla parete. Evitiamo getti diretti: un flusso troppo forte rompe l’effetto “a velo”. Test: se l’acqua si stacca, lisciamo ulteriormente la superficie o riduciamo leggermente il flusso della pompa. Secondo tratto: La terrazza e la cascatella. Dopo qualche cm, creiamo una piccola terrazza orizzontale (tipo roccia piatta o scalino). L’orlo frontale della terrazza deve avere un bordino sottile e netto, così l’acqua si stacca e cade in avanti. Incliniamo leggermente la terrazza verso l’esterno (2–3°), ottenendo così una cascatella distaccata di circa 2 cm dalla parete. Materiali ideali per la terrazza: Una pietra piatta (ardesia, lavica) incollata con silicone, oppure un bordo modellato in schiuma e ricoperto di resina e sabbia per simulare la roccia. Terza parte: Raccolta e torrente. Posizioniamo alla base una piccola vasca o canale con ciottoli e sabbia per raccogliere l’acqua. Da lì, l’acqua può così fluire in un torrente artificiale verso un laghetto o nel contenitore che raccoglie l'acqua e dove è presente la pompa per chiudere il ciclo. Ottimizzazione del flusso. Se l’acqua si disperde o schizzi troppo: Riduciamo leggermente la portata della pompa. Aggiungiamo un micro filtro in spugna sull’uscita per uniformare il getto. Controlliamo che la terrazza non abbia micro gocce che fanno da “ponte” con la parete (queste fanno aderire l’acqua invece di farla saltare). Consiglio estetico Per un effetto naturale, lasciamo che un po’ di muschio o radici epifite colonizzino i bordi umidi, questo renderà la transizione tra i due tratti più morbida e realistica. Ecco la nostra cascata tripartita a progetto terminato.
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